Nel mese di marzo, l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), a Bergamo, si attesta a 0,3%.
Il tasso tendenziale (la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente), sale a -0,3% rispetto allo -0,4% del mese scorso.
Gli indici dei prezzi al consumo di marzo 2020 sono stati elaborati nel contesto dell’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Covid-19 in Italia, con la sospensione di attività di ampi segmenti dell’offerta di beni e servizi di consumo.
L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha consentito di ridurre gli effetti negativi dell’elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo. La situazione che si è venuta determinando e le modalità con le quali è stata affrontata sono illustrate nella Nota metodologica del Comunicato stampa diffuso oggi dall’Istat (pagine 19 e 20).
Come ricordato nella Nota metodologica dell’Istat, gli indici ai diversi livelli di aggregazione che hanno avuto una quota di imputazioni superiore al 50% (in termini di prezzi mancanti e/o di peso) sono segnalati mediante l’utilizzo della notazione “i” (dato imputato).
Con il comunicato stampa odierno vengono diffusi gli indici locali dei prezzi al consumo a un livello aggregato (indice generale, divisioni di spesa ECOICOP, tipologie di prodotto) e laddove necessario con la notazione “i”. Ciò è coerente con gli indici NIC pubblicati dall’Istat a livello nazionale. Le specifiche realtà locali saranno rappresentate in occasione dell’uscita dei dati di aprile (retrospettivamente anche per marzo) quando saranno resi disponibili anche indici più disaggregati.
La variazione più significativa si registra nella divisione “Bevande alcoliche e tabacchi” con un incremento di +1,7%. È significativa anche la salita di +1,1% per “Abbigliamento e calzature” (dato imputato) e di +1% per “Ricreazione, spettacoli e cultura”. Si registra una crescita più moderata per “Prodotti alimentari e bevande analcoliche”, “Abitazione, acqua, energia elettrica, gas e combustibili”, “Mobili, articoli e servizi per la casa”, “Servizi ricettivi e di ristorazione” (dato imputato) e “Altri beni e servizi”.
È in calo di -1,6% il settore “Comunicazioni”. Si registra una discesa più moderata per “Servizi sanitari e spese per la salute” e “Trasporti”. L’indice rimane invariato per “Istruzione”.