Si è conclusa la fase di raccolta di pareri e opinioni su Città Alta, prima fase del lavoro preparatorio alla stesura del Piano Particolareggiato per Città Alta e i Colli di Bergamo: un fase di ascolto svolta dall’Università degli Studi di Bergamo, incaricata dal Comune di svolgere momenti di partecipazione sul territorio e nel quartiere per orientare al meglio le scelte dell’Amministrazione nella redazione del nuovo piano, che delineerà il futuro del centro storico della città.
Ne è emerso un quadro già discusso e presente anche nel “Libro bianco” realizzato, sempre su incarico del Comune di Bergamo, dall’Associazione Nazionale Centri Storici Artistici negli anni scorsi, un lavoro che aveva inquadrato le problematiche e le caratteristiche del centro storico di Bergamo, simili, secondo ANCSA, alle tendenze di tanti centri storici del nostro Paese.
Dalla fase partecipativa svolta dall’Università, infatti, emerge che Città Alta necessita di una riflessione negli ambiti della residenza, dell’accessibilità, del rapporto costruito-paesaggio e soprattutto dei cosiddetti fattori dinamizzanti: proprio in assenza di questi ultimi, come messo in evidenza durante il lockdown dello scorso anno, Città Alta perde parte della propria vitalità e si creano fenomeni di svuotamento degli spazi pubblici e dei servizi commerciali e sociali.
L’evidente riduzione di vitalità di Città Alta emersa a seguito dell’emergenza sanitaria ha rimarcato l’importanza del turismo e università come fattori dinamizzanti del centro storico.
Un Turismo sostenibile e responsabile deve riconsiderare radicalmente il modello in essere in fase pre-Covid, adeguandosi a un nuovo target di utenti che richiede forme residenziali prolungate, che uniscano il lavoro con la fruizione turistica del contesto paesaggistico; adottando un sistema di gestione e prenotazione unico delle residenze turistiche al fine di assicurare maggiore regolarità e un efficace monitoraggio delle presenze e, infine, prevedendo un assetto ampliato e articolato dei percorsi turistici in Città Alta, a migliorare le condizioni di fruizione, evitando fenomeni di assembramento lungo la Corsarola.
L’Università, in questo scenario, può contribuire alla rivitalizzazione di Città Alta: dal processo partecipativo emergono proposte interessanti, come quella della valorizzazione del ruolo di Cittadella della cultura per il centro storico, rafforzando la diffusione e la connessione con le altre iniziative promosse dai poli culturali della città; oppure la diversificazione dei servizi di prossimità all’abitare, con particolare riferimento alla rete dei servizi commerciali; il recupero e la rifunzionalizzazione di edifici sottoutilizzati a favore di nuove forme di residenzialità e di spazi di aggregazione per residenti e studenti.
Turismo e Università sono dunque fenomeni senza i quali Città Alta perde parte del suo ruolo nodale e che possono contribuire alla rivitalizzazione della città in un’ottica di sostenibilità: il primo, se orientato verso la sostenibilità e verso un nuovo abitare, e la seconda, nella misura in cui possa favorire altre categorie di abitanti.
Emergono spunti interessanti anche sul tema della mobilità: l’accessibilità al centro storico è ovviamente un problema sentito per i residenti, che chiedono un potenziamento del trasporto pubblico verso il centro storico, sia dalla stazione ferroviaria sia dallo stadio, sia dall’area delle piscine verso Colle Aperto. Quest’ultima suggestione riprende il tema di una nuova risalita da realizzare, ipotesi che non ha mai trovato concreta fattibilità anche per evidenti problemi legati ai costi dell’intervento e all'impatto sul versante collinare. Il tema trova riscontro nelle linee guida dell’Amministrazione comunale nell'ipotesi di nuove connessioni con l'uso di autobus sempre più sostenibili in termini di emissioni. Gli intervistati individuano anche nei servizi in sharing e in percorsi ciclopedonali delle soluzioni al tema dell’accessibilità al centro storico: in questo ambito molto è cambiato con l’avvenuta introduzione dei monopattini elettrici in sharing, che consentono di superare agevolmente il dislivello tra Bergamo Bassa e Bergamo Alta senza inquinare e senza problemi di sosta.
Interessante la netta prevalenza tra coloro che credono che Bergamo Alta non vada chiusa al traffico in modo radicale, bensì che debbano essere incrementati gli spazi per la sosta, quest’ultima dedicata a studenti, residenti e turisti. Emerge dunque una frattura tra le diverse opinioni, che va dunque ricomposta nel tentativo di specializzare e indirizzare l'offerta di sosta nel centro storico per determinate categorie, in stretta relazione con le politiche di trasporto pubblico e di limitazione all'accesso.
Il covid19 ha fatto emergere nuove esigenze, infine, intercettate dal percorso di partecipazione: alcune non tengono conto delle esigenze del mercato immobiliare (ad esempio, incentivare l’apertura di attività commerciali in altre strade) o di sostenibilità economica delle iniziative (come la richiesta di introdurre corse di piccole navette elettriche su richiesta mediante app, dedicate ai lavoratori e pendolari); altre molto interessanti e innovative, come la richiesta di adibire alcuni luoghi di Città Alta per il lavoro/studio a distanza o quella di ampliare gli spazi formativi per permettere il distanziamento ed evitare assembramenti.
Nei prossimi mesi saranno affidati gli incarichi professionali per redigere il nuovo Piano, che si coordinerà con l’elaborazione già in corso, e presentata il 9 gennaio, del Piano di Governo del Territorio.