Glossario - Per un lessico degli orari

Città abitata

Città è un termine polisemico usato sia per indicare la città fisica, sia la città come società locale insediata, sia come sistema istituzionale e politico. Città abitata è la città nell’atto di funzionare. Il valore del concetto riposa nel riunificare i significati di città fisica, sociale e istituzionale/politica.

Co-progettare (e non solo dare voce)

Il processo di crescita di una consapevolezza è stato lento in molte città europee e i tecnici degli uffici tempi hanno messo  il massimo impegno alla fase di costruzione sociale dei progetti. La struttura partecipativa di lavoro della costruzione sociale è stata chiamata "tavolo di co-progettazione" per sottolineare che il tavolo non è un luogo negoziale fra forze sociali e Comune, ma un luogo di progettazione partecipata fra portatori d’interesse che sanno assumere il ruolo di attori sociali capaci di orchestrare, e non solo mediare, interessi comuni e visioni strategiche

Cronotopo

Cronotopo significa etimologicamente luogo di temporalità. Cronotopo descrive gli assetti temporali e spaziali di un luogo abitato mediante quattro dimensioni. Le quattro variabili che definiscono il cronotopo sono:

  • le popolazioni e i loro cicli di presenza;
  • la mobilità nell’area (di attraversamento, zigzagante, pedonale) e la sua dinamica nelle 24 ore;
  • i servizi, le attività e le funzioni urbane insediate e i loro orari di apertura nelle 24 ore;
  • i caratteri morfologici e urbanistici del luogo sensibili alla costruzione storica.

Orari flessibili

Il termine flessibilità nomina un vasto arco di forme temporali del lavoro postfordista: l’alta varietà dei moduli orari e dei calendari di lavoro nelle attività economiche; la variabilità nel corso del tempo degli orari di lavoro che riguardano uno stesso occupato; lo stop and go delle donne nel mercato del lavoro a seguito, ad esempio, della nascita di figli; la temporaneità dell’orario in casi di impiego precario; l’autoregolazione del dipendente all’ingresso e all’uscita dal lavoro; l’autoregolazione dei tempi di lavoro per molte categorie di lavoro autonomo. 


Orari localizzati

Il concetto di localizzazione degli orari pubblici comprende due aspetti: le norme che li istituiscono hanno valore in un territorio e non in un altro; le attività regolate ( scolastiche, industriali,  famigliari) sono localizzate al suolo, sul territorio, e lì, in quel contesto definito istituzionalmente e spazialmente limitato, gli orari pubblici “entrano in vigore”.

Portatori d’interesse

Le politiche temporali hanno, come primo problema di un’azione, quello di fare comprendere agli interessati che gli orari pubblici sono progettabili e pertanto possono essere migliorati. Il coinvolgimento dei cittadini e delle organizzazioni in materia di cambiamento temporale dipende da un insieme di pre-condizioni che si possono peraltro costruire:  

  • la capacità di esprimere i bisogni temporali da parte dei portatori d’interesse;
  • la consapevolezza di potere giocare un ruolo nella trasformazione possibile degli orari pubblici;
  • la conoscenza della materia cioè "di cosa si parla" e "come si fa" e "quali sono gli esiti possibili" della trasformazione degli orari pubblici;
  • il possesso di competenze tecniche per agire la trasformazione oraria;
  • la visione del futuro di ciascuno sia  riguardo ai propri interessi, sia riguardo a questi in rapporto agli interessi generali;
  • la sensibilità all’azione partenariale, cioè ad agire sul proprio terreno secondo un disegno di azione, di obiettivi e di scopi che è stato costruito con altri partner con i quali si è legati da un agreement.

I  portatori di interessi di natura oraria e temporale, come sono state individuati dalle politiche temporali attuate fino ad ora nelle città italiane ed europee, sono:

  1. Il mondo della scuola, in particolare materna, elementare e media ha orari e calendari che sono legati in rete agli orari delle famiglie, agli orari di lavoro dei genitori e dei dipendenti, alla disponibilità delle donne, soprattutto con famiglia e bambini, ad entrare e a permanere nella sfera del lavoro per il mercato.
  2. Gli imprenditori del commercio
  3. Gli imprenditori per quanto riguarda l’accessibilità agli impianti a scale diverse, il governo della mobilità delle persone, la logistica di spostamento delle merci, la modernizzazione ed integrazione dei servizi all’impresa.
  4. Il Sindacato
  5. Le Donne  che hanno promosso le politiche temporali urbane per la qualità della vita e il tema della conciliabilità dei tempi di vita e di lavoro.

Diviene così interessante esprimere degli interessi dei cittadini articolati per età della vita, rendendo protagonisti delle politiche temporali: 

  1. le bambine/i bambini come clienti dei diversi ordini scolastici per quanto riguarda la qualità, l’equità e la solidarietà nel rapporto fra tempo scolastico, tempi della famiglia e orari di lavoro;
  2. le donne di doppia presenza per quanto riguarda le risorse disponibili sul territorio e nella sfera dell’impresa per meglio conciliare i tempi di vita, lavoro e per sé;
  3. i/le giovani per quanto riguarda gli orari dei servizi a loro dedicati, in particolare quelli di intrattenimento e sportivi, anche per quanto riguarda l’apertura nel tardo pomeriggio, nella sera e nella notte;
  4. gli anziani per quanto riguarda i servizi in condizione di emergenza e l’accesso alle attività culturali e di intrattenimento nelle ore serali e festive (trasporto pubblico dedicato). A questo tema di tipo orario si accompagna la domanda di qualità (sicurezza in condizioni particolari di motilità) delle infrastrutture della mobilità lenta e la qualità delle attrezzature degli spazi pubblici per sviluppare i circuiti di socialità.

Ritmi del tempo sociale

L’uso del tempo personale che è strutturato dagli orari obbligati al lavoro e alla cura (agenda personale) e l’architettura degli orari pubblici che si ripete ciclicamente, danno luogo ai ritmi del tempo sociale, che sono la strutturazione temporale della vita privata, collettiva e pubblica locale secondo cadenze caratteristiche.

Sfera pubblica / Sfera privata

Gli orari pubblici sono l’asse lungo il quale si ibridano mutuamente le sfere del pubblico e del privato, del personale e del sociale. Le politiche temporali urbane agiscono sugli orari pubblici e pertanto sulla relazione sfera privata/sfera pubblica, interesse individuale/interesse collettivo.


Sistemi di orari pubblici

Gli orari di lavoro e, in generale, gli orari pubblici non sono indipendenti gli uni dagli altri, ma si dispongono in sistemi di orari mutuamente vincolanti. Ha senso pensare agli orari pubblici come una rete elastica che si modifica quando cambia anche un solo orario. Ad es. è esperienza comune della vita familiare il gioco sapiente di adattamento dell’ora di pasto al cambiamento dell’orario di scuola di un partner della famiglia.

Tempi della città e tempi urbani

Sono gli orari pubblici localizzati nello spazio urbano. Il tempo urbano nomina gli orari pubblici localizzati. Il tempo urbano si mappa in carte cronografiche a quattro dimensioni.


Urbanistica temporale

La regolazione dello spazio e del tempo che garantiscono l’appuntamento negli insediamenti urbani è di tipo spaziale e temporale. Della relazione fra le due forme di disciplina, l’una spaziale e l’altra temporale, si occupa oggi l’urbanistica temporale che rinnova l’urbanistica di tradizione spaziale. Usare il termine di urbanistica temporale, significa anche esprimere l’intenzione di inquadrare l’agire pubblico sui “tempi della città” nella tradizione e nella cultura urbanistica, la quale non ha solo il compito di adeguare e migliorare il funzionamento della città ma anche quello di dare volto fisico alla cultura abitativa di un’epoca storica.