Nel mese di aprile, l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), a Bergamo, si attesta a +0,2%.
Il tasso tendenziale (la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente), rimane stabile a +0,7%.
La variazione più importante la troviamo per la divisione “Servizi ricettivi e di ristorazione” con un indice di +2,3%. È in aumento di +0,5% il settore “Abitazione, acqua, energia elettrica, gas e combustibili”, in cui si registra la crescita di +2,6% per l’‘Energia elettrica’ e di +3,8% per il ‘Gas’. Mentre diminuisce di -1,7% il ‘Gasolio per riscaldamento’. Segno positivo anche per “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+0,1%), “Bevande alcoliche e tabacchi” (+0,1%) e “Altri beni e servizi” (+0,4%).
Diminuisce di -0,6% la divisione “Comunicazioni”. Sono in discesa anche i “Trasporti” (-0,5%) a causa principalmente del ‘Trasporto aereo passeggeri’ (-17,1%) e nonostante l’aumento di ‘Carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati’ (+1%) e del ‘Trasporto marittimo e per vie d'acqua interne’ (+1,4%). Sono in calo anche “Mobili, articoli e servizi per la casa” (-0,1%), “Servizi sanitari e spese per la salute” (-0,1%) e “Ricreazione, spettacoli e cultura” (-0,2%). L’indice rimane invariato per “Abbigliamento e calzature” e “Istruzione”.
Gli indici dei prezzi al consumo di gennaio 2021 sono stati elaborati tenendo conto delle limitazioni, differenziate a livello regionale, definite dalle normative nazionali e locali per contrastare la pandemia causata dal Covid-19.
L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha continuato a consentire di ridurre gli effetti negativi del più elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo.
Le modalità con le quali la situazione che si è venuta determinando è stata via via affrontata sono illustrate nella Nota metodologica del comunicato stampa diffuso oggi dall’Istat nella quale viene anche ricordato che gli indici ai diversi livelli di aggregazione, sia nazionali sia locali, che hanno avuto una quota di imputazioni superiore al 50% (in termini di prezzi mancanti e/o di peso), sono segnalati mediante l’utilizzo del flag “i” (dato imputato).