Descrizione
È costituita da una grande cisterna di pietra, al centro della quale si eleva un pilastro su cui poggiano le volte della copertura. In posizione sopraelevata si trova una vasca più piccola. Mediante due condotte vi confluiscono le acque delle sorgenti cittadine del Lantro e di San Francesco. Benché l’attuale conformazione della struttura risalga alla seconda metà del Cinquecento, la fontana vanta origini antiche. Fu citata per la prima volta in un documento del 928, da cui si apprende l’etimologia del nome "Lantro": antro dell’acqua. La fontana veniva utilizzata per l’approvvigionamento d’acqua a uso domestico, per la concia delle pelli, per lavare i panni e vi si conducevano gli animali ad abbeverarsi. Il Later fornì acqua alla popolazione sino a fine Ottocento, quando entrò in funzione l’acquedotto municipale. La cisterna giacque in stato di completo abbandono fino al 1992, anno in cui i componenti del Gruppo Speleologico Bergamasco Le Nottole la recuperarono e la resero accessibile ai visitatori.
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